grande felicità era stare in laboratorio con mio padre. Per imparare un mestiere così affascinante ». Così quando ha deciso di lanciarsi nell’avventura di creare un proprio marchio, il padre gli ha dato carta bianca. E Marco ci ha messo tutta la sua passione e la sua esperienza, nella convinzione che i gioielli sono «opere d’arte da indossare. Non da tenere in cassaforte». Collezioni che si ispirano «alla perfezione imperfetta della natura. Non esiste un’onda, un petalo, una forma uguale all’altra. Così come i nostri gioielli: dagli anelli alle catene, sono tutti diversi. Irregolari». Forme uniche, appunto. Una filosofia che ha conquistato i mercati internazionali. Primo fra tutti gli Stati Uniti «che rappresentano il 40-45% del nostro giro d’affari. E dove abbiamo una sede importante. A oggi siamo presenti nei migliori multibrand della gioielleria a stelle e strisce, e abbiamo corner e shop in shop in department store come Bloomingdales a New York e Boston, Neiman Marcus e Saks Fifth Avenue. Ma — anticipa Bicego — stiamo valutando l’opportunità di entrare con monomarca di proprietà a New York e San Francisco». Oltre agli States, il marchio vicentino ha flagship store a Verona, Budapest, Mykonos, Creta e uno in Giappone, a Tokyo, oltre a shop in shop da Harrod’s a Londra e Harvey Nichols a Londra e Birmingham. Per quanto riguarda la Greater China, «dove abbiamo già tre shop in shop, stiamo pensando per un monobrand a Hong Kong». Espansione continua anche in Medio Oriente e Europa, «Russia compresa, nonostante i disordini politici che affliggono il Paese. Il piano di sviluppo firmato Marco Bicego spazia anche sul mercato virtuale, grazie a possibili futuri investimenti nell’e-commerce. Uno scenario in piena evoluzione, in controtendenza con la situazione congiunturale: «È proprio nei momenti di crisi che bisogna investire per affrontare il cambiamento».