La storia dell’argento

La storia dell’argento

Pur avendo da poco compiuto 5000 anni dalla sua scoperta, l’argento sembra non mostrare affatto i segni dell’età che avanza e continua ad apparirci in tutto il suo splendore.

Furono infatti i Sumeri (tremila anni prima di Cristo) il primo popolo che l’archeologia, grazie alla scoperta di antichi vasi all’interno delle loro tombe, ci ha consegnato come i primi ad aver adottato l’argento come materiale d’uso sociale.

Questo prezioso metallo che si caratterizza grazie all’alta malleabilità e duttilità, lo ritroviamo nel ‘600 a.C. sotto sembianze completamente diverse da quelle in cui lo avevamo lasciato 2400 anni prima. Qui, non più utilizzato solo nell’abbellimento delle camere funerarie, l’argento entra prepotentemente nel settore economico trasformandosi in moneta. In Lidia, regione antica dell’Asia Minore occidentale, inizia ad essere coniato e si va ad affiancare ad un altro metallo che nello stesso periodo inizia anch’esso ad imporsi nel settore economico: l’oro.

Il contagio fu rapido e capillare, e la circolazione della nuova moneta si estese fino ad Atene, la quale nella metà del VI secolo a.C. ottenne il primato nella coniazione di monete d’argento aiutata dal possedimento delle miniere del Laurio, in Attica.

Fu però la grande Roma a donare al prezioso metallo grandi onori e importantissimi ruoli.

Nel 270 a.C. Roma adottò l’argento come moneta poiché riuscì ad attingere abbondanti quantità di minerale nelle miniere di Sardegna e di Spagna conquistate nei secoli precedenti. Diventando moneta di un impero dai confini immensi, il bianco minerale, fu conosciuto in ogni provincia romana comprese le più remote appendici. Si presentava così al mondo intero, nonostante questo gli fosse costato già 3000 anni di storia.

Tutto da lì a poco sarebbe però inevitabilmente cambiato.
I secoli che seguirono l’apogeo dell’impero romano furono segnati da importanti cambiamenti nella costituzione economica della società: la svalutazione dell’argento dovuta all’eccessivo aumento della sua presenza nell’economia e la crescente semplificazione dell’amministrazione commerciale, portarono ad una forte smonetizzazione dell’argento e ad una sua breve sparizione dalla vita sociale.

Pronto però a risorgere dalle ceneri, il metallo riprende vigore grazie al suo coinvolgimento in altri settori della vita pubblica. Iniziò dunque l’impiego dell’argento nel settore sacro, dell’arte e per impreziosire le abitazioni dei ricchi.

Negli ultimi secoli l’impiego dell’argento ha subito una nuova evoluzione: partito come abbellimento delle camere funerarie poi divenuto moneta di scambio, modellato per creare utensili per le abitazioni dei ricchi; raggiunge nel XIX secolo, con l’avvento della rivoluzione industriale l’utilizzo nel settore elettrico e chimico.

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