La storia del gioiello durante il Rinascimento “De’ Medici gioielli”

Collezione De’ Medici gioielli

“Non vendiamo solo gioielli ma emozioni”

Cosimo I de’ Medici (1519-74), grande mecenate, riservò le Botteghe di Ponte vecchio agli Orafi, ai Gioiellieri, agli Argentieri, dando un notevole impulso a queste Arti che si costituirono in formazioni professionali ben regolamentate, le Corporazioni, come i battiloro, i tiratori, i filatori, i doratori e gli scultori che godevano di privilegi e protezione.

Nel Rinascimento, i nobili, particolarmente ambiziosi, vollero adornarsi con pietre preziose cercando di abbinare il gioiello con l’abbigliamento all’interno di un periodo di notevoli mutazioni stilistiche, di conseguenza portando ad un continuo rimaneggiamento del gioiello; in quel periodo i monili venivano regolarmente smontati e rimontati, venduti e ricomprati, rubati e ipotecati, persi o dimenticati.

Il colonialismo e l’arrivo di ingenti quantità d’oro e di altri metalli preziosi dalle nuove terre favorì la produzione di gioielli destinati alle personalità delle corti reali europee e all’alta borghesia. Durante il Rinascimento si fece più stretto il legame tra Arti figurative ed Oreficeria e molti pittori e scultori dell’epoca entrarono nelle botteghe orafe: Donatello, Botticelli, Ghirlandaio, Brunelleschi, Ghiberti, senza dimenticare Benvenuto Cellini (1500-1571) che creò per Francesco I l’opera scultorea di oreficeria più celebre: la famosa saliera in oro, ebano e smalto raffigurante la terra e il mare. Le acconciature delle donne di quel tempo venivano realizzate appositamente per lasciare scoperte le orecchie che venivano adornate di orecchini a pendente e a grappolo, mentre ogni dito delle mani doveva essere impreziosito da un anello. Proprio a causa della forte connessione con l’abbigliamento nel XVI secolo si perdette l’uso di bracciali a causa delle maniche che fluivano con il pizzo, moda che rinacque più avanti grazie alle maniche a spacco.

Ci poi trovare in piazza della Costituzione, 8 Piombino c/o Danoro

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