La Giada

 Il nome Giada deriva , probabilmente, dallo spagnolo e allude alle proprietà di guarigione dalle malattie renali.

L’ uso di questa pietra risale alla preistoria, quando veniva utilizzata come utensile per fabbricare armi .   Nell’ antico Oriente di Confucio essa era considerata simbolo religioso, al quale si attribuivano poteri benefici.   La Giada era utilizzata per ottenere strumenti musicali, nell’ antica  Cina,  alcuni pezzi tagliati in modo caratteristico, se percossi emettevano svariati suoni.   Permane in Oriente l’ arte di lavorare la “giadeite” per ricavarne amuleti , vasellame suppellettili e gioielli.

Il minerale si presenta in masse compatte omogenee, costituite da minute fibre e granuli cristallini. Ferro, Crome Nichel Zinco e Rame, sono gli elementi chimici che determinano le varie colorazioni della Giada, con il nome di “cloromelanite” viene indicata una varietà verde scura, quasi nera.     I più importanti luoghi di provenienza di questo materiali sono in Cina, Birmania, Giappone e Messico.    Data la diversità di durezza dei granuli che la compongono, la gemma sottoposta a politura, al microscopio non presenta superficie liscia e levigata, ma lievemente butterata o fessurata.    La colorazione più diffusa è verde oliva , o verde-alga, picchiettate a volte da minuti aggregati nerastri.

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